Un degrado senza precedenti. Uno stallo che dura da anni e una città costretta ancora una volta a guardare inerme le ferite di opere pubbliche non completate. Le aste sul torrente Sant’Agata sono un miraggio. E non si sa fino a quando resteranno così. Il passo in avanti c’è. La Regione ha definito il piano di caratterizzazione ambientale dopo che era stata nominata custode dell’area posta sotto sequestro in seguito al ritrovamento di una quantità enorme di rifiuti, anche speciali. Si tratta del primo passo necessario per procedere con la bonifica totale dell’area. Soltanto dopo può entrare in gioco nuovamente il Comune che deve completare l’opera. Ma per arrivare a questo punto serve prima ottenere il dissequestro dell’autorità giudiziaria. L’iter sembra essere quindi molto lungo.
Ne è già passato di tempo. Il collegamento diretto con la tangenziale, tra gli svincoli di Arangea-Gallina e quello di Modena-San Sperato, e la città (svincolo che oggi, nelle ore di punta coincidenti con entrata e uscita dalle tre scuole che si trovano a pochi metri l’una dall’altra, è letteralmente impraticabile) è atteso da 20 anni. Si tratta di un’opera strategica per la viabilità urbana poiché questo nuovo asse viario metterà in comunicazione alcuni quartieri importanti e popolosi, decongestionando il traffico veicolare a monte dell’area aeroportuale e velocizzando i collegamenti da e verso l’area collinare a Sud della città. Per completare le opere è stato chiesto il dissequestro del cantiere.
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