«Questo incontro mi dà l’opportunità di ringraziarvi per il servizio che svolgete in questa terra e a favore di questa terra. Fare giustizia è promuovere in questo territorio percorsi di legalità e quindi di crescita e sviluppo, ma anche ridare fiducia ai cittadini e ritessere i fili di relazionalità ferite». È un passaggio dell’intervento di mons. Francesco Oliva nel corso della visita pastorale di ieri al palazzo di giustizia di Locri dove è stato accolto dal presidente del Tribunale Fulvio Accurso, dal procuratore capo Giuseppe Casciaro, dal presidente della sezione civile Antonella Stilo, dal presidente della Corte d’assise Amelia Monteleone, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Locri Emma Maio, da magistrati e avvocati e dal personale. «La mia presenza – ha evidenziato il vescovo di Locri-Gerace – intende essere un’occasione per rinnovare l’intento di collaborazione della chiesa in ogni percorso di educazione alla legalità, alla partecipazione civile ed al rispetto delle istituzioni. La nostra collaborazione si esprime anche in progetti comuni di crescita civile e sociale. Penso alla possibilità di condividere qualche iniziativa a favore degli ospiti della vicina Casa Circondariale, come già il Tribunale si è impegnato a fare». Mons. Oliva ha portato in dono la preghiera nel nome del Beato Rosario Livatino, magistrato e martire, assassinato a soli 38 anni ma che ha lasciato un’importante eredità morale con la sua testimonianza e l’indicazione di un’idea di magistratura «che – ha sottolineato il presule – non può prescindere dai valori etici propri di una società democratica». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio