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In dialisi è utile l’esercizio fisico, Reggio protagonista della “svolta”

Nefrologia del Gom e Cnr hanno promosso la ricerca che può rivoluzionare l’approccio. Ridurre le ospedalizzazioni tra gli obiettivi finali del piano Zoccali: una giornata di degenza costa dai 500 ai 1000 euro

Rocco Zoccali e Francesca Mallamaci

La Nefrologia e il Cnr della nostra città assieme all’unità di Fisiatria e medicina dello sport dell’Università di Ferrara protagonisti di uno studio nazionale – articolato su nove centri distribuiti, da Nord a Sud, sull’intero territorio – per promuovere l’esercizio fisico tra i pazienti in dialisi. Il lavoro ha prodotto e continua a produrre significative informazioni per migliorare la performance fisica dei pazienti in dialisi e ha quale valore aggiunto la combinazione di diversi saperi scientifici sempre più al centro della medicina del futuro.
Lo studio - «L’esercizio fisico è indubbiamente una delle terapie fondamentali per mantenere o ripristinare la salute fisica e mentale. Nella popolazione generale facilita la riduzione della pressione arteriosa, aiuta a prevenire malattie metaboliche migliorando il controllo del livello di glicemia e colesterolo nel sangue, riduce il rischio di malattie cardiovascolari e neoplastiche e artrosi e contribuisce a ridurre il tessuto adiposo in eccesso perché facilita il raggiungimento del bilancio energetico». Così, il prof. reggino Carmine Zoccali, una delle eminenze in questo settore, che aggiunge: «Prima del nostro studio, l’esercizio fisico era stato molto poco applicato nei pazienti in dialisi. La difficoltà era quella di immaginare un tipo di esercizio che si adattasse alle capacità fisiche dei singoli pazienti in dialisi che sono spesso pazienti fragili e con molte malattie concomitanti».

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