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Il decisivo contributo dei pentiti per ricostruire la faida di Gallico

le dichiarazioni puntuali e concordanti (anche recenti) di Paolo Iannò. «Fibrillazioni e contrasti determinati dagli schieramenti riconducibili alle cosche Rodà-Saraceno-Fontana e Cartisano-Chirico-Serraino»

Da Paolo Iannò a Mario Chindemi è risultato decisivo il contributo dei collaboratori di giustizia per ricostruire la faida di Gallico, le fibrillazioni interne alla “locale” della popolosa frazione a nord della città e la scalata dei rampante verso la conquista della leadership. La preziosa collaborazione degli ex ’ndranghetisti di Gallico è evidenziata dagli stessi inquirenti che hanno chiesto ed ottenuto i cinque arresti dell'operazione “All in 2”: «Già il procedimento penale incardinato nei confronti dei mandanti e degli esecutori materiali dell'omicidio Canale si era giovato dello straordinario apporto di numerosi collaboratori di giustizia, alcuni storici e conoscitori del contesto criminale (si pensi a Paolo Iannò, già appartenente alla cosca reggina Imerti-Condello e già capo locale di Gallico, vicinissimo a Pasquale Condello alias il Supremo, di cui ha curato la latitanza per lungo tempo, diretto conoscitore e protagonista di vicende criminali del mandamento Centro nel periodo di tempo in cui il predetto ha militato, con ruolo attivo, nelle fila della ndrangheta), altri con conoscenze limitate al singolo fatto di reato o poco più e gestiti da altri uffici (Vasvi Beluli e Arben Brahimi), altri appartenenti ad altri contesti di ndrangheta (Daniele Bono, Nicola Figliuzzi e Diego Zappia). Ancora, recentemente si innesta il contributo dichiarativo di Mario Chindemi, certamente più attuale».

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