Condanne per un secolo di reclusione sono state disposte nel tardo pomeriggio di ieri dalla Corte di appello di Reggio Calabria nella sentenza del troncone del processo Tipografic” che si è svolto con il rito ordinario. I giudici reggini hanno confermato 5 condanne già inflitte dal Tribunale di Locri, hanno rideterminato la pena per 13 imputati e disposto due assoluzioni e una prescrizione per un imputato che nel frattempo è deceduto. La Corte, infine, ha respinto il ricorso della Procura che aveva impugnato l’assoluzione dal reato di associazione mafiosa per 6 imputati, tre dei quali – Pasquale Zavaglia, Vincenzo Parrelli e Vincenzo Sainato, tutti difesi dall’avv. Leone Fonte, e alcuni anche l’avv. Eugenio Minniti – erano stati già assolti in primo grado. Tra gli assolti alcuni imputati difesi dall’avv. Sandro Furfaro. Per gli imputati hanno presentato ricorso tra gli altri gli avvocati Fuda, Brancati, Mazzaferro, Furfaro, Minniti, Mazza, Albanese, Milicia, Rania, Iemma, Misaggi, Verdiglione, Lombardo e Fonte.
Per Giuseppe Jerinò, alias “manigghjia”, difeso dall’avv. Caterina Fuda, la Corte ha riqualificato il reato e, seppur rideterminando la pena, ha dichiarato la misura cautelare in carcere inefficace, disponendo la scarcerazione e contestualmente applicandogli l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
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