Uso improprio del Pronto Soccorso, emergenza Covid, ma anche una struttura sanitaria vecchia. Sono questi i punti critici che impediscono al Grande ospedale metropolitano di decollare come dovrebbe. Tanti lati positivi ma appunto freni che sono ambientali, tecnici e strutturali. «Il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino - Morelli” si è sostituito all’Asp- si legge nel documento interno dell’Azienda ospedaliera- nell’erogazione di prestazioni sanitarie “consolidate” presso la popolazione per quanto non coerenti con la mission dell’Azienda sotto il profilo strettamente tecnico - sanitario ed organizzativo. La nuova rete ospedaliera punta a un servizio di qualità per il pazientecittadino. Essa non solo restituisce territorialità alle cure evitando la migrazione sanitaria, ma aumenta le probabilità di successo nella risoluzione del problema. Per questo motivo, la rete ospedaliera deve integrarsi in modo omogeneo nel sistema dell’offerta sanitaria della regione, che presuppone la circolarità e l’integrazione dei servizi tra le strutture che insistono sul territorio. Uso improprio del Pronto Soccorso da parte dell’utenza. Il Pronto Soccorso del presidio ospedaliero risulta intasato da richieste di prestazioni inappropriate; si rende necessario, pertanto, adottare strategie mirate al fine di scoraggiare il contatto con i cosiddetti “codici bianchi” e contenere gli accessi impropri al pronto soccorso. Qualità dell’offerta sanitaria privata sopravvalutata rispetto alle reali potenzialità. La qualità dei servizi offerti dalla sanità pubblica non è vista di buon occhio dalla maggior parte degli italiani e solo in pochi la giudicano migliorata. I costi sono più accessibili e il personale è qualificato, ma le strutture private raccolgono buoni consensi, soprattutto per le minori liste d'attesa». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio