Scendono in piazza, chiedono risposte. Il comitato dei genitori dei 130 bambini rimasti senza servizi di assistenza e i 36 operatori che non avranno più un lavoro, denunciano alla città l’emergenza sociale che si sta consumando con la chiusura dei 4 centri diurni. «Come lo spieghiamo ai nostri figli che è tutto finito, che anni di duro lavoro ed impegno sono stati cancellati così, dall’oggi al domani, perché considerati dai nostri burocrati “Figli di un Dio minore”, un peso economico per la città. L’interruzione comporta un’inevitabile regressione dei risultati raggiunti dopo anni di impegno, grazie al team di esperti e al lavoro d’equipe». La manifestazione sarà sostenuta anche dalla Cisl Fp che ha seguito fin dall’inizio la vertenza. «Non si può continuare in questa città a scaricare le responsabilità soprattutto quando si parla di servizi ai più fragili. Le responsabilità sono di tutti e soprattutto della politica che non ha previsto e programmato piani alternativi quando si verificano queste situazioni. I comportamenti della politica locale che in questi ultimi giorni ricordano quelli di Ponzio Pilato» incalza il segretario Fp, Enzo Sera che invita i rappresentanti di Palazzo San Giorgio ad andare a rileggere «l’art. 30 delle Disposizioni transitorie sistema strutture residenziali e semiresidenziali. “La fase transitoria, riguardante il sistema delle strutture socio-assistenziali a carattere residenziale e semiresidenziale, avrà durata fino al 31 dicembre 2022 ed è finalizzata: all’adeguamento, da parte dei soggetti erogatori di servizi territoriali e delle Strutture socio assistenziali residenziali e semiresidenziali ai requisiti organizzativi e strutturali previsti dal presente Regolamento entro e non oltre il 31 dicembre 2022». In questo contesto si chiede Sera «fino a giugno il Comune ha concesso una la deroga, perché non concederla fino al 31 dicembre?». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria