Una corsa contro il tempo, ora che certamente è già tardi. La sanità, nella Piana così come nel resto della Calabria, è una tela di Penelope: anni di commissariamento non sono riusciti a risolvere i problemi, ogni giorno si torna indietro. Ne sanno qualcosa, ultimi di una lista infinita, gli utenti dei Punti di primo intervento di Palmi, Scilla e Oppido Mamertina, che l’Asp è stata costretta a chiudere almeno fino al 26 luglio per “dirottare” il personale all’ospedale di Polistena in gravissima difficoltà per la mancanza delle necessarie risorse umane. Sono le conseguenze del famigerato blocco del turnover e di scelte probabilmente sbagliate nella gestione del personale. E oggi bisogna fare i conti con un puzzle impossibile da completare, perché manca il numero minimo di tasselli. Stavolta i “buchi” sono i Ppi, prima lo sono stati tantissimi altri servizi che non si possono garantire in termini di garanzia del diritto costituzionale alla salute. Fioccano le proteste, mentre l’Asp è al lavoro nel tentativo di trovare soluzioni quantomeno per la riapertura dei Ppi; pare in questo senso che per almeno uno dei tre presìdi, con una nuova ridistribuzione del personale, possano registrarsi buone notizie già prima del 26. In ogni caso, tutto resta legato a doppio mandato al futuro dell’ospedale di Polistena, ma anche a quello di Locri, anch’esso in grave difficoltà.
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