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'Ndrangheta a Reggio Calabria, processo Epicentro: il Gup si ritira in camera di consiglio

Ritiro in camera di consiglio. Il processo “Epicentro”, la maxi inchiesta alle cosche di Reggio Calabria “Città” che vede nel filone con rito abbreviato 58 persone sul banco degli imputati, si avvia dal primo pomeriggio di oggi alla sentenza di primo grado. Il Gup di Reggio, Francesco Campagna, si è già ritirato in un albergo cittadino guardato a vista da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri. Nessuna indicazione precisa sui tempi di camera di consiglio. Gli avvocati, presenti anche ieri all'ultima tornata residua di controrepliche difensive, avrebbero avuto indicazioni di massima <di almeno due tre giorni di lavori>.
Il processo “Epicentro” (complessivamente 75 imputati, compresi i 17 che hanno scelto il rito ordinario) è la conseguenza giudiziaria della riunificazione delle tre recenti, ed eccellenti, indagini contro le cosche cittadine: “Malefix”, contro le generazioni moderne della cosca De Stefano; “Metameria”, contro la storica cosca di Pellaro e Bocale; “Nuovo corso” con gli operatori economici stremati dai clan delle estorsioni anche sul centralissimo Corso Garibaldi.
Tra le parti offese c'è lo Stato Italiano (in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri), il Ministero degli Interni, la Regione Calabria, il Comune di Reggio Calabria e quello di Villa San Giovanni, la città Metropolitana di Reggio Calabria; i costruttori vessati, le società “Berna Costruzioni” e “ Siclari Costruzioni Generali”, la Fai (“Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane”), e Ance (Associazione nazionale costruttori edili di Reggio).
Sotto accusa, con diversi profili di responsabilità, anche capi, fedelissimi e fiancheggiatori delle cosche di ’ndrangheta della città. Dai De Stefano-Tegano-Molinetti e Condello di Archi, i Barreca di Pellaro, i Libri di Cannavò, i Ficara-Latella di Ravagnese, Zito-Bertuca e Rugolino di Catona.

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