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Locri, i Cordì e gli affari delle giovani leve: le serate danzanti erano “cosa loro”

Le indagini dei carabinieri di Locri compendiate nell’informativa “New Generation”. «Un gruppo di giovani facenti capo a Riccardo Francesco affiancava ufficiosamente il personale della sicurezza nei locali»

Le giovani leve facenti capo alla famiglia Cordì di Locri avrebbero avuto un ruolo di primo piano in diversi locali dove si organizzavano feste. È quanto emerso nel corso dell’attività di indagine dei carabinieri di Locri, compendiata nell’informativa “New Generation”, coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria.
Nell’apposito capitolo intitolato “Le serate danzanti”, gli inquirenti individuano un gruppo di giovani che «facenti capo a Riccardo Francesco Cordì “affiancava” ufficiosamente il personale della sicurezza, i cosiddetti “buttafuori”, nel selezionamento delle persone che avevano titolo per entrare nei locali ove, nei mesi estivi, venivano organizzate le feste danzanti, o meglio avevano il potere di autorizzare alcune persone che chiedevano di accedere ai locali senza probabilmente essere in possesso di alcun titolo autorizzativo».
In un caso è emerso che il gruppo sarebbe intervenuto a seguito di un comportamento ritenuto sbagliato da parte di un avventore «“affiancando” il personale della sicurezza ed allontanando, usando le maniere forti, dal locale il soggetto in questione».
Nell’estate del 2016, a seguito della chiusura temporanea di uno dei locali della movida locrese, durante la festa di Ferragosto il gruppo dei giovani locresi sarebbe andato ad affiancare il servizio d’ordine in un lido sul lungomare di Caulonia Marina.

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