Un passo verso la garanzia di una mobilità e allo stesso di tempo di esclusione dall’isolamento del territorio. Per questo motivo la Regione ha chiesto con il presidente Roberto Occhiuto al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini di avviare tramite la conferenza di servizi la procedura per il rilascio degli oneri di servizio pubblico.
Cosa sono gli oneri Che cosa sono? Lo spiega bene Enac: «Il legislatore comunitario, in deroga ai principi comunitari di divieto di aiuti di Stato, ha previsto, in capo ai singoli Stati ed al fine di garantire il servizio di trasporto nei territori geograficamente svantaggiati, la possibilità di emanare interventi finanziari nei confronti delle compagnie che accettino di entrare in un mercato, ritenuto ad alta rilevanza sociale, alle condizioni dagli Stati stessi individuate. Nel caso altre forme di trasporto non riescano a garantire servizi ininterrotti con almeno due frequenze giornaliere, lo Stato identifica i servizi aerei di linea per i quali possono essere imposti oneri di servizio pubblico. Tali servizi devono in particolare servire aeroporti situati in regioni periferiche o in via di sviluppo oppure devono essere relativi a rotte a bassa densità di traffico verso qualsiasi aeroporto regionale se essenziale per lo sviluppo economico e sociale della regione. Imporre oneri di servizio pubblico significa rendere obbligatorio lo svolgimento di un servizio aereo secondo criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione cui i vettori non si atterrebbero se tenessero unicamente conto del proprio interesse commerciale. Il Regolamento comunitario n. 2408/92 (abrogato e sostituito dal, Regolamento comunitario n. 1008/2008 del 24 settembre 2008 recante norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità (rifusione)) ha aperto definitivamente le rotte comunitarie a tutti i vettori europei titolari di licenza rilasciata da uno degli Stati membri dell'Unione Europea. Se da una parte la massima apertura del mercato assicura indubbi vantaggi, dall'altra mette a rischio le rotte poco remunerative, a discapito delle popolazioni e dei territori».
L’isolamento di Reggio Reggio Calabria è una di queste rotte che non vorrebbe coprire nessuno: aeroporto con limitazioni, un bacino di utenza molto ridotto che a causa di scelte miopi e folli non ha mai attirato passeggeri sia da Messina che da altri punti della Calabria. Tanti cittadini sia calabresi che siciliani bypassano lo scalo “Tito Minniti” privilegiando Catania o Lamezia Terme per decollare o atterrare.
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