Una vergogna. L’ennesima per Gioia Tauro che di seconda città della provincia ormai ha solo il blasone meritando probabilmente in realtà l’ultimo posto tra i comuni reggini alla luce del triste scenario di degrado, abbandono e incuria in cui versano non solo le periferie ma anche gli angoli più frequentati del centro urbano. Una condizione di inaccettabile decadimento che mortifica l’intera comunità e getta un’onta indelebile su un’amministrazione che si era presentata come espressione del cambiamento e che invece ha tradito le attese. La premessa è d’obbligo per denunciare la gravissima e ingiustificabile situazione che si presenta sul lungomare, un tempo luogo di movida e divertimento per eccellenza ridotto oggi a un tristissimo rettilineo decadente che, a parte qualche sporadico evento, è per lo più utilizzato come pista di F1 notturna da giovani scellerati alla guida di potenti auto sportive. Tirando le somme della stagione praticamente agli sgoccioli, nonostante gli sforzi dei ristoratori e dei gestori dei lidi, solo un ipocrita può infatti non accorgersi dell’abissale differenza tra le scialbe e maleodoranti serate estive consumatesi sul waterfront cittadino e le affollatissime passeggiate di Palmi, Bagnara, Scilla, solo per citare i centri più vicini, spesso popolate dagli stessi gioiesi. Simbolo del fallimento è la maxi-piazza fronte mare, realizzata meno di dieci anni fa con i famigerati fondi europei PISU, che, con i suoi 5mila mq sarebbe dovuta diventare l’orgoglio, dal punto di vista urbanistico, del capoluogo pianigiano. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio