Era diventato, nell’ingranaggio di un sistema di potere economico “senza volto” che favorisce un consumismo sfrenato, un sassolino scomodo, in quel luogo di approdo per diseredati di tutte le età, confessioni religiose, etnie. Per questo andava fermato. Ne sono convinti quanti da giorni stanno partecipando a “Sotto il cielo di Riace brillano ancora le stelle”, rassegna cinematografica arricchita da incontri e iniziative culturali per mantenere accesi i riflettori su colui che aveva creato nel mondo un modello di integrazione multiculturale, in seguito delegittimato dalla vicenda giudiziaria che ha travolto Mimmo Lucano mentre da sindaco cercava di coniugare valori di fratellanza e accoglienza con il fitto alfabeto dei bisogni violati di tanti immigrati, in fuga dalla guerra e dalla miseria. L’occasione per parlare del tentativo di interrompere questo sogno, domenica scorsa è stato il confronto sul tema “La criminalizzazione della solidarietà” tra lo stesso Lucano, Luigi de Magistris, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, quest’ultimo collegato via Skype da Milano. A seguire la discussione che solo marginalmente ha toccato la vicenda giudiziaria ancora non conclusa, ma piena di ombre, il “popolo” variegato dei controcorrente, dei disobbedienti che reclamano il diritto di cittadinanza ai diseredati e oppressi contro un razzismo che accoglie in base al colore della pelle e degli occhi, e contro ogni forma di discriminazione basata sul sesso o sull’orientamento di genere. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Reggio Calabria