Al via su tutto il territorio nazionale una grande operazione trasparenza per mostrare ai clienti la situazione drammatica in cui le imprese sono costrette ad operare. Saranno messe in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Per il presidente di Confcommercio Lorenzo Labate di fronte al caro bollette «è impossibile attendere oltre. È fondamentale agire subito puntando, come richiesto al Governo da Confcommercio nazionale che ha recepito l’allarme dei territori, alla fissazione di un tetto al prezzo del gas ed alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità. Ristoratori e panificatori, ancor più delle altre categorie, nonostante una stagione complessivamente positiva nella nostra provincia, non ce la fanno più e non possono essere lasciati soli». Sono proprio i rappresentanti della categoria ristoratori e dei panificatori associati Confcommercio a fornire numeri e dati concreti. Per Enzo Pennestrì, coordinatore di Fipe Confcommercio Reggio Calabria «una pasticceria che a luglio 2021 ha speso € 2.300 per 9mila kwh di consumi di energia elettrica, a luglio di quest’anno ha speso quasi € 10 mila per 11 mila kwh con un costo al kwh che è salito da 0,16 a 0,69 euro. Analogo discorso per un ristorante, costretto a pagare a luglio € 8.500 a fronte dei 3mila euro di un anno fa per un consumo equivalente di poco più di 12.000 kwh». Stessa situazione denunciata da Nino Laurendi, presidente dei panificatori Assipan Confcommercio Reggio Calabria secondo cui «i numeri parlano da soli: con consumi, in realtà più attrezzate, a giugno 2022 per energia di € 4mila e per gas di € 10.300 che, nel mese di luglio 2022, a parità di consumi, diventano rispettivamente quasi € 7mila per energia e € 15mila per il gas è facile comprendere che la sopravvivenza delle attività è davvero a rischio». Fino a questo momento le imprese della ristorazione ed i panificatori, in tutta Italia ed ancor più in provincia di Reggio Calabria, si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando gli extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile ed il rischio concreto è che la decisione obbligata di adeguare i listini non venga correttamente letta dal cliente.