Mancano 1300 sacche rispetto allo scorso anno. I numeri dicono che lo slancio di generosità con cui la comunità aveva risposto all'emergenza sanitaria si è arrestato. Sembra un tuffo nel passato quando con difficoltà si tentava di radicare la cultura del dono come scelta di vita. Certo in estate il calo è fisiologico, ma a preoccupare non sono solo i dati degli ultimi due mesi, il 2022 non sembra essere proprio quello della solidarietà. Nonostante gli sforzi decuplicati del mondo dell'associazionismo che sta battendo palmo a palmo il territorio, con campagne di sensibilizzazione e raccolta. Non lasciano nulla di intentato per incoraggiare la cultura del dono, i volontari di Avis, Adspem Fidas, ma i numeri allontanano di molto quell'autosufficienza tanto ambita e sperata. È emergenza, anche se il termine ormai ha smesso di fare sensazione. Manca sangue, soprattutto negativo. E lo sanno bene i medici e i pazienti del Gom. A fronte di un fabbisogno di almeno 50-60 sacche al giorno, ne arrivano dai donatori 30, nei giorni buoni si può arrivare a 40. E questo stato di cose, si trascina da circa sei mesi. Numeri che inevitabilmente finiscono per rallentare le attività in corsia. Così va in sofferenza la chirurgia di elezione, si lascia spazio all'emergenza, ai traumi. Il risultato? L'emigrazione sanitaria anche per gli interventi chiamati di routine, lievita. A fronte dell’aumento del fabbisogno dettato dalle attività di reparti di eccellenza come l’oncoematologia, come cardiochirurgia, si registra una frenata nei numeri dei donatori abituali. Non solo, i pazienti cronici sono in aumento. E questo produce un’impennata delle richieste di sangue. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Reggio