I continui e sempre più frequenti sbarchi di migranti, nella più totale indifferenza e incapacità a risolvere il problema da parte dell’attuale governo centrale, nella Locride e in particolare al porto di Roccella Ionica (ben 18 solo negli ultimi 23 giorni), stanno creando una miriade di problemi di vario genere. Continua l’emergenza nello scalo marittimo – non a torto etichettato da un po’ di tempo a questa parte, la “Lampedusa della Calabria” – nonostante l’encomiabile impegno sul territorio a 360 gradi delle amministrazioni comunali, delle forze dell’ordine, delle associazioni di volontariato e del personale medico e paramedico. Continuare, infatti, a gestire numeri da capogiro e sempre più alti (solo negli ultimi sette giorni sono sbarcati a Roccella circa 800 migranti, tra cui anche persone particolarmente anziane, decine di donne, tanti bambini e diversi neonati) è diventato particolarmente difficile, quasi impossibile. Il rischio, a breve, se si andrà avanti di questo passo, è il collasso totale dell’intera “macchina” dell’accoglienza. Negli ultimi due anni in particolare, prima in un centro di primo soccorso e accoglienza, con non poche carenze strutturali e mancanza di spazi, e poi in un’area del porto situata all’inizio dello stesso scalo marittimo, solo a Roccella – caso unico in tutta l’Italia visto che nella cittadina non è mai esistito, né mai realizzato, un vero e proprio “hotspot” – sono arrivati, in virtù di già 100 sbarchi, quasi 10mila migranti. Numeri, visto quello che ormai si sta verificando con cadenze sempre più spesso giornaliere, destinati a salire . Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio