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Parco archeologico di Rosarno, tante incognite pesano sulla gestione futura

Rosarno, Metro City e Comune stanno preparando l’apposito bando Sui 13 ettari dell’area hanno competenza ben quattro soggetti

Per quanto attiene la gestione in futuro del Parco archeologico da assegnare, secondo i desiderata della Metro City e del Comune, con bando ad evidenza pubblica, un affezionato lettore della “Gazzetta” ci fa osservare che non è facile trovare la soluzione ad un problema che si presenta oggettivamente abbastanza complesso se si considera che sui 13 ettari del parco hanno competenza ben 4 soggetti istituzionali – Soprintendenza per conto del Ministero dei Beni culturali, Città metropolitana, Comune di Rosarno e Istituto Agrario - , come sancito da vari protocolli sottoscritti a partire dai primi anni del Duemila.
In aggiunta, nella bozza di convenzione per l’affidamento in gestione della struttura, che si stanno scambiando Comune e Città metropolitana, cosa di non poco conto, va tenuto nella debita considerazione che metà del Parco è gestita per inalienabile e vincolante destinazione d’uso dall’Istituto Agrario, che lo utilizza per le esercitazioni pratiche degli allievi e per la coltivazione con moderne tecniche agronomiche di 120 magnifiche piante di ulivo, da cui la scuola ricava il famoso olio intitolato al beato Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” assassinato in Sicilia dalla mafia.

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