Scilla, si è dimesso il sindaco Pasqualino Ciccone. Indagati pure Giuseppe Vita e Gaetano Ciccone
Si è dimesso stamattina il sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone che è indagato per scambio di voto politico-mafioso. Le dimissioni sono state presentate in blocco da tutti i componenti della giunta comunale a una ventina di giorni dall’operazione «Nuova Linea» contro la cosca Nasone-Gaietti di Scilla. L’8 settembre scorso, infatti, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione e l’ufficio del sindaco accusato di essere stato sostenuto dalla 'ndrangheta nelle elezioni del 2020, quando è stato eletto per la seconda volta con il 97,84% dei voti. Lo stesso giorno era stato arrestato il consigliere comunale Girolamo «Gigi» Paladino per scambio di voto politico-mafioso. Intanto, l’inchiesta «Nuova Linea» si allarga. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e i sostituti della Dda Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo, infatti, hanno iscritto nel registro degli indagati anche l’assessore comunale ai Tributi Giuseppe Vita che, secondo l’accusa, sarebbe stato eletto con i voti delle cosche. È indagato, infine, anche l’ex sindaco Gaetano Ciccone, avvocato e fratello del primo cittadino di Scilla. A lui la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contesta il reato di traffico di influenze aggravato dal favoreggiamento alla 'ndrangheta. Stando a quanto trapela ci sarebbero alcune intercettazioni che, secondo i pm, dimostrerebbero che l’ex sindaco avrebbe fatto da tramite fa il boss Giuseppe Fulco e il fratello Pasqualino.