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Cocaina dal Sud America, Gioia Tauro resta la “porta d’Europa”

Le rotte (e gli affari delle ’ndrine) nell’ultima relazione della Dia. «Dimostrata la piena operatività della cosca Molè»

Il porto di Gioia Tauro

Il radicamento storico nel porto di Gioia Tauro quale piattaforma logistica per i carichi di cocaina provenienti dal Sud America fa della ’ndrangheta una delle organizzazioni criminali maggiormente inserita nel narcotraffico internazionale. Ad evidenziarlo, ancora una volta, è la Direzione investigativa antimafia nella sua ultima relazione semestrale al Parlamento, secondo cui lo scalo gioiese si conferma snodo strategico per il traffico di coca in tutta Europa proveniente proprio dall’America centrale e meridionale, dove si concentrano le maggiori organizzazioni criminali attive nella produzione degli stupefacenti su larga scala. Il Messico, ad esempio, sarebbe fortemente interessato dal traffico internazionale di droga fra i sodalizi criminali locali e la ’ndrangheta: sarebbero infatti emersi rapporti consolidati tra il cartello di Jalisco Nueva Generation e le ’ndrine, in relazione a traffici di cocaina spedita all’interno di container.

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