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Reggio Calabria, il Comune ristruttura case confiscate ma non può assegnare quelle pronte

Dai beni confiscati una risposta all’emergenza abitativa. La giunta comunale reggina scommette sui fondi di Agenda Urbana per un intervento dal forte valore, simbolico ma anche concreto: a riqualificazione di immobili, con abbattimento delle barriere architettoniche, provenienti dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati (Anbsc) da assegnare a famiglie che vivono in emergenza abitativa. Il progetto definitivo è stato approvato nel corso dell’ultima seduta. Per attuarlo serve poco meno di mezzo milione di euro, e si potrà passare adesso alla fase d’appalto. Gli appartamenti a disposizione saranno nove: cinque tutti nello stesso stabile in via Mortara, uno a Catona, un altro in via Roma e l’ultimo nell’area di Bovetto. Scartato, perché troppo dispendioso rispetto alle somme a disposizione, un altro immobile in contrada Gagliardi.
Il tema della casa resta “caldissimo”, specie a Reggio. Nei giorni scorsi, davanti alla sede del Consiglio regionale, hanno manifestato - insieme ad un gruppo di famiglie - enti e associazioni reggini riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo. Nel mirino c’è proprio la Regione. «Decine di nuclei familiari – hanno ribadito – attendono da anni l’assegnazione di un alloggio, ma la Giunta regionale, nonostante le costanti sollecitazioni, da tre mesi non emette la delibera che, per legge, autorizza il Comune ad assegnare loro gli alloggi». Di fatto, «dopo oltre quattro anni dall’avvio a gennaio 2018 di un percorso comunale, fatto di enormi ritardi, continui rinvii, errori e un regolamento con molti limiti – si legge in una nota stampa dell’Osservatorio – le assegnazioni degli alloggi per le famiglie in emergenza abitativa continuano ad essere bloccate, questa volta dalla Giunta regionale».

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