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Tagli agli ospedali di Locri e Melito. "Altro che fake, Occhiuto faccia un passo indietro"

Tiene banco il “no grazie” agli oltre 77 milioni dell’Inail. I democrat insistono: "Sono fondi scippati"

Ospedale di Locri

La federazione metropolitana del Partito Democratico ribadisce la necessità che il presidente Occhiuto faccia marcia indietro, e riconosca il diritto alla salute anche ai cittadini della Locride e dell’area Grecanica, iniziando con il restituire loro i fondi scippati sulla ristrutturazione degli ospedali di Locri e Melito!». È l’appello lanciato mediante una nota stampa dai democrat reggini, evidentemente poco convinti dalle rassicurazioni di Occhiuto perché «tali risorse avrebbero dovuto adeguare le due strutture anche dal punto di vista normativo, e ci chiediamo, dunque, quale sia il livello di sicurezza degli edifici che ad oggi la Regione Calabria intende garantire, scegliendo di tagliare i suddetti finanziamenti».

Com’è noto, ieri pomeriggio il governatore Roberto Occhiuto ha bollato come “fake news” la notizia dello “scippo” perpetrano ai danni degli ospedali di Locri e Melito: «Nessuno di questi ospedali – ha detto – perderà un euro, anzi, forse qualcuno riuscirà ad avere di più. La Regione ha semplicemente razionalizzato e messo ordine tra le fonti di finanziamento disponibili». «Non per tutti – ha spiegato il presidente – è possibile accedere ai fondi Inail, per il semplice motivo che questo istituto può intervenire solo per strutture di sua proprietà, quindi per edifici nuovi o avuti tramite un trasferimento di beni». Rassicurando sul fatto che «per gli altri la Regione Calabria ha in pancia fondi statali (ex articolo 20) pari a circa 320 milioni di euro, che saranno programmati sulla base del quadro di riferimento strategico e delle priorità di intervento, anche in attuazione del quadro di riferimento normativo e programmatico del Pnrr. «Al riguardo – ha concluso – tutte le esigenze finanziarie che emergeranno dalla nuova programmazione della rete ospedaliera per adeguare i presidi di Locri, Melito Porto Salvo, Castrovillari, Cetraro e Paola saranno coperti dalle risorse statali disponibili«.

Secondo il segretario provinciale del “democrat” Antonio Morabito invece «la sanità dell’Area Grecanica e della Locride già troppe volte ha subito scippi e saccheggi, fino a rendere il diritto alla salute una chimera, in molti casi. Il ritorno della gestione sanitaria nelle mani del presidente della Regione Calabria speravamo potesse restituire dignità alla sanità calabrese tutta, ma constatiamo che l’unica strategia messa in campo è quella dell’indebolimento di alcune strutture sanitarie, abbandonando a se stessi i cittadini di aree territoriali rese sempre più periferiche dall’assenza di livelli minimi di qualità nell’erogazione di servizi primari, tra cui c’è certamente al primo posto la sanità».
Nel ricordare che «le strutture ospedaliere di Locri e Melito Porto Salvo, al pari di tutte le altre, devono essere innovate e rese professionalmente attrattive per il personale medico e paramedico» i democrat reggini si rivolgono «al sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, oggi strenuo difensore dei tagli inflitti da Occhiuto dopo essere stato, negli anni passati, focoso masaniello al grido di “l’ospedale non si tocca”. Sta forse scambiando, Calabrese, il diritto alla salute di intere comunità – conclude il Pd metropolitano – con un posto in giunta regionale?».

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