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Reggio Calabria, l’incidente “diplomatico” sfiorato tra gli affari sporchi dei Bellocco

«Mi ha detto che loro sono a posto. Dice che tu venga qua, che loro... si mettono a disposizione tua. Mi hanno detto che banno un altro cavallino, che hanno... che tu venga qua per... capito?». A parlare, intercettato, è Antonio Bevilacqua, 47 anni di Melito; quello “che deve venire” è Antonio Caracciolo, 37enne di Reggio; “loro” sono i fornitori di Marina di Gioiosa; lo scenario è quello dell’inchiesta “Magma 2” sui traffici di droga di Bellocco da Rosarno, sfociata in una raffica di arresti il mese scorso, che incrocia anche la Locride e la costa ionica reggina.
Caracciolo, secondo la Dda, sarebbe stato il procacciatore di «nuovi acquirenti», acquistando droga per poi rivenderla. E proprio in questo scenario, stando alla ricostruzione degli inquirenti, a Marina di Gioiosa stava per configurarsi un “incidente di percorso”. È dicembre del 2018 quando alle orecchie dei finanzieri impegnati nelle intercettazioni finiscono alcune conversazioni interessanti. Il problema è legato a una lamentela di Caracciolo sulla scarsa qualità di una partita consegnata al gruppo alla vigilia di Natale a Reggio e destinata probabilmente a Messina.

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