
Arringhe difensive al rush finale in Corte d'appello a Reggio Calabria nel processo sul "caso Miramare". In difesa di Armando Neri, ex assessore ed ex vicesindaco di Reggio Calabria, è intervenuto l’avvocato Andrea Alvaro, il quale ha concluso la lunga discussione chiedendo l’assoluzione del suo assistito "perché il fatto non sussiste o non costituisce reato".
Il penalista ha sviluppato la sua arringa sul tema dei contenuti del dolo del reato di abuso d’ufficio, evidenziando come "il momento essenziale per la valutazione della buona o della mala fede dell’agente sia la rappresentazione del contesto fattuale in cui egli si determina". In tal senso, il difensore ha rimarcato i concetti di "realtà, verità e prospettiva", specificando come "la volontà di un soggetto vada valutata in ragione di ciò che si rappresenta o che non si rappresenta nel momento in cui agisce. Le valutazioni vanno - ha sostenuto l’avvocato Alvaro - contestualizzate e, per di più, anche personalizzate. Il Giudice dovrà ricostruire, in base agli atti di causa, la verità che si rappresentava ciascuno degli assessori il 16 luglio del 2015, nel momento in cui votò la delibera n. 101, autorizzando l'affidamento provvisorio, temporaneo e sperimentale di una parte dell’Hotel Miramare".
Nel contesto di questa premessa metodologica, l’avvocato Alvaro ha messo in evidenza come "non vi sia prova che il Neri, il 16 luglio 2015, fosse a conoscenza di nulla che potesse far ritenere l’illiceità - peraltro fortemente avversata dal difensore - della citata delibera. Non v’è alcuna prova, infatti, che l’iniziativa di presentare la domanda a nome dell’associazione Il sottoscala sia stata concertata dal Sindaco Falcomatà e dallo Zagarella. Non v’è prova - ha aggiunto il difensore - che l’associazione sia stata un mero schermo fittizio dietro il quale lo Zagarella avrebbe operato da “ditta individuale”.
E già questo basta per escludere la sussistenza del fatto di abuso d'ufficio. In ogni caso, di tali circostanze non v’è prova che il Neri ne avesse conoscenza o percezione quel 16 luglio 2015, quando, insieme agli altri componenti della Giunta comunale, votò la delibera n. 101". Oggi in tarda mattinata dopo l'ultima arringa dell'avvocato Giandomenico Caiazza, in difesa del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, la Corte d’Appello si è ritirata in camera di consiglio e tra qualche ora la presidente Lucia Monica Monaco e i giudici a latere Antonino Laganà e Concettina Garreffa emetteranno la sentenza.
Il processo «Miramare» vede imputato il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, di 39 anni, del Partito democratico, per il quale la Procura ha chiesto un anno e 4 mesi di reclusione per abuso d’ufficio. Nelle scorse settimane i pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria, applicati alla Procura generale per questo processo, avevano chiesto la conferma della sentenza di primo grado in seguito alla quale il sindaco Falcomatà, nel novembre 2021, è stato sospeso in applicazione della legge Severino. Anche per gli altri imputati era stata chiesta la conferma della condanna ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio. Si tratta degli assessori che componevano la sua Giunta (2014-2020) e che, come Falcomatà sono stati sospesi per 18 mesi. Sono Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti.
L’accusa contestata a Falcomatà riguarda i presunti illeciti, risalenti al 2015, nella procedura di affidamento dell’immobile di proprietà del Comune che un tempo ospitava l’albergo "Miramare» all’associazione «Il sottoscala», riconducibile all’imprenditore Paolo Zagarella, condannato in primo grado a un anno di reclusione così come il segretario comunale dell’epoca Giovanna Antonia Acquaviva, e l’ex dirigente del settore "Servizi alle imprese e sviluppo economico» del Comune Maria Luisa Spanò. L’affidamento dell’immobile, secondo l’accusa, avrebbe rappresentato una contropartita per la concessione da parte di Zagarella a titolo gratuito a Falcomatà di alcuni locali per ospitare la sua segreteria elettorale nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2014.
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