Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Reggio, il sindaco ri-sospeso per un anno. E monta l’onda civica

Eduardo Lamberti Castelnuovo

Il comma 4 dell’articolo 11 della Legge Severino disciplina la nuova sospensione di 12 mesi del sindaco Giuseppe Falcomatà, il quale, se non interverrà prima il ricorso per Cassazione, potrà tornare a Palazzo San Giorgio solo il 9 novembre 2023. E intanto la città, come ha spiegato il sindaco sospeso dopo la condanna a un anno, «dovrà resistere». A cosa non è dato saperlo. Così come non è dato sapere cosa passi per la testa dei partiti di centrodestra, il cui roboante silenzio lascia attoniti i loro elettori che si aspettavano fulmini e saette. Il sindaco sospeso e la sua prima giunta sono stati condannati per la seconda volta e, invece, pare che per FI, FdI, Lega e Udc non sia successo nulla. E mentre il centrodestra è chiuso nel suo aristocratico silenzio, il gruppo consiliare di Italia Viva esprime «piena fiducia e forte sostegno al sindaco Giuseppe Falcomatà e alla sua prima squadra di governo, eletti democraticamente e sospesi giudiziariamente. Una pronuncia – affermano – su un reato che, da ogni parte, si vuole abrogare e ancor più abnorme per gli effetti che comporta sulla comunità cittadina, a causa di una legge iniqua e profondamente sbagliata qual è la Severino». E sempre «solidarietà e vicinanza al sindaco Giuseppe Falcomatà e a tutti gli amministratori ingiustamente condannati», la esprimono i Democratici e progressisti dell’area metropolitana reggina che chiedono al Governo, conseguentemente a quanto anticipato dal Ministro Nordio, di «intervenire immediatamente per eliminare il vulnus dell’abuso d’ufficio e della legge Severino. Diversamente le amministrazioni rischiano lo stallo completo, così come le sfide di spesa e rinnovamento verrebbero inesorabilmente accantonate». Insomma, dare un albergo di pregio a un amico è cosa buona e giusta. E inoltre bisogna prendere atto che per Dp e Iv esistono due tipologie di legge: quella buona che è quella che colpisce sempre gli “altri”; e poi c’è la legge cattiva e sbagliata che si è abbattuta sul sindaco sospeso e gli altri amministratori. Vittime, dunque, di un destino cinico e baro e non colpevoli per avere violato una legge. Dimissioni? Parola orribile da pronunciare e anche soltanto da pensare. Il potere è un collante fantastico e poi ci sono stipendi “pesanti” da difendere e famiglie da mantenere. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria

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