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Museo del Mare a Reggio, il Pnrr impone la stretta definitiva

Il Comune lavora al progetto complessivo per il waterfront

Se ne parla poco, ma pare che si lavori davvero in sordina: il Museo del mare resta un sogno, tirato però fuori dal cassetto grazie al Pnrr. Il finanziamento da 53 milioni di euro - nella sezione dei 14 “grandi attrattori culturali” d’Italia - ha rispolverato il vecchio progetto firmato da Zaha Hadid in “epoca Scopelliti”, prima accantonato e poi ripescato dall’amministrazione Falcomatà. Di certo, nel bene o nel male, un’idea destinata a cambiare la città. Una piccola rivoluzione nel rapporto con il mare, già ribaltato nella visione del nuovo waterfront che pezzo dopo pezzo prende forma (anche se ancora troppo lentamente) da nord a sud. Gli esempi di città che ce l’hanno fatta sono in tutta Europa, di alcuni si è parlato anche alla Biennale dello Stretto (come riferiamo nell’articolo a fianco), altri possono ancora fare scuola. E Reggio? Importanti tasselli del mosaico – fatto anche da Parco lineare sud, lungomare di Gallico-Catona e via dicendo – sarebbero il Museo del mare, la collegata riqualificazione del rione Candeloro e l’interconnesso masterplan del porto con tanto di percorso ciclo-pedonale fino a Santa Caterina firmato dallo studio dell’architetto Femia. Se quest’ultimo “pezzo” va avanti a cura dell’Autorità portuale, sugli altri fronti lavora principalmente il Comune.

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