Saline Joniche, progetto ‘Agàpi’ a un binario morto. I sindaci: “Una grande occasione sfumata”
Che fine ha fatto il progetto “Agàpi”? Come mai non si parla più della sua realizzazione? Perché, dopo averlo annunciato in pompa magna, gli enti partner si sono defilati? Attendono risposte i sindaci dell’Area Grecanica, sempre più preoccupati per le sorti del loro territorio. Il tema dell’intervento che avrebbe dovuto portare al recupero di un’ampia area degradata di Saline Joniche, favorendo la nascita del centro “Ecosistema dell’innovazione”, è stato discusso con dovizia di particolari nel recente incontro dei primi cittadini, all’Access point di Roghudi. Il dato di partenza è stato ancorato alle notizie che arrivano da altre parti della Calabria, ma anche da altre regioni. L’apertura a Cosenza di nuove sedi delle multinazionali “Ict Accenture” e “Atos”, con previsione di migliaia di posti di lavoro destinati a giovani ingegneri, nell’ambito delle nuove tecnologie e dei mestieri del futuro, è stata valutata positivamente. Identica cosa per gli annunci di analoghe aperture in Sicilia e in Puglia. «Mentre – affermano i sindaci – a Cosenza e in molte altre città del Sud questo fermento promette sviluppo e opportunità per i giovani laureati, che così potranno sviluppare competenze e carriere senza più la necessità di emigrare, a Reggio Calabria è scomparso dai radar il campus Agàpi, che tante speranze e aspettative aveva generato nell’Area Grecanica e nell’intera Città metropolitana». Il progetto aveva una doppia finalità: recuperare l’area degradata delle ex Ogr a Saline Joniche, e la realizzazione di un centro di ricerca. Di fatto, in un colpo solo, avrebbe risolto altrettante spinose problematiche, ovvero fare rimarginare una vecchia ferita inferta al territorio col mega impianto realizzato dalle Ferrovie dello Stato, rimasto in funzione per pochissimo tempo; creare opportunità lavorative a beneficio dei giovani». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio