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Inceneritore di Gioia Tauro, i dubbi del coordinamento

Sono state elencate le ragioni dell’esposto alle Procure di Palmi e di Catanzaro

«La storia dell’inceneritore è una storia di preoccupazione da parte della popolazione e non può essere sottovalutata». È con queste premesse che si è svolta ieri mattina la conferenza stampa convocata dal CMDT (coordinamento dei movimenti per la difesa del territorio) per illustrare l’esposto presentato alle Procure di Catanzaro e Palmi in merito alle problematiche strutturali e d’inquinamento dell’impianto di contrada Cicerna.
«Si tratta di un’iniziativa legale – ha spiegato l’attivista Peppe Marra – che vuole essere di supporto all’analogo esposto già presentato dal Comune di Gioia perché crediamo che ci sia la necessità della massima attenzione e sensibilizzazione, nella consapevolezza che istituzioni e movimenti debbano fare il massimo sforzo per ciò che gli compete e che anche le Procure debbano fare la loro parte. Fa pensare che l’unica realtà imprenditoriale che ha partecipato alla manifestazione d’interesse della Regione per adeguare e potenziare l’impianto sia un consorzio con in testa Termomeccanica, la società che lo aveva costruito cedendo poi le quote a “Veolia”, non proprio il miglior interlocutore».
Il CMDT spiega che l’allarme viene dalle carte della stessa procedura d’avviso in cui, paradossalmente, si fa sapere che l’operazione si rende necessaria perché l’attuale impianto funziona male e ci sono rischi per la popolazione: «L’esposto è nato da nuove acquisizioni che sono emerse dalla documentazione presentata a supporto dalla stessa Regione nell’ambito della manifestazione d’interesse – ha spiegato l’avvocato Tonino D’Agostino –. Leggendo le risposte alle Faq delle ditte interessate c’è da mettersi le mani ai capelli perché equivalgono a una vera e propria confessione di colpa, a partire dal fatto che nessuno ha mai dato conto di come un raddoppio contabilizzato al 70% e completato all’80% sia un accumulo di macerie di cui non si sa bene chi debba rispondere».

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