Hanno scelto ancora una volta piazza Italia gli aderenti all’Osservatorio sul disagio abitativo per evidenziare lo stato di difficoltà di numerose famiglie reggine, da anni in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare, e rimbalzate da una burocrazia degna del migliore “azzeccagarbugli” di manzoniana memoria. Forti della recente pubblicazione sul Burc Calabria della delibera della giunta regionale, che autorizza il Comune di Reggio all’assegnazione degli alloggi per i casi di emergenza abitativa, i rappresentanti delle associazioni dell’Osservatorio, tra cui Un mondo di mondi, Reggio Non Tace, Csoa Cartella, Ancadic e Società dei Territorialisti, insieme ad alcuni assegnatari, hanno voluto comunicare il loro disappunto sui ritardi dell’Ente comunale. C’è chi, come la signora Simona Amato, prima nella graduatoria del Comune, approvata nel 2020, racconta una situazione molto critica e insostenibile: «Da 11 anni – ci ha detto – sono costretta a vivere con i tre figli e il marito a casa di mio padre. Di norma in una abitazione si vive in quattro o cinque persone, invece siamo in 13, con due miei fratelli disabili». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio