Prima affiliato di rilievo della ’ndrangheta di Gallico poi, appena travolto dalla retata “De Bello Gallico”, collaboratore di giustizia. Mario Chindemi riversa le sue conoscenze sulle fibrillazioni criminali nella popolosa frazione di Reggio nord anche nel processo “Epicentro” (verbale di udienza del 21 novembre). Sollecitato dal Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Walter Ignazitto, ammette e chiarisce la sua carriera nelle ’ndrine: «Se sono stato affiliato ad una cosca di ’ndrangheta? Si, con la cosca Araniti ero associato, e con la cosca Condello eravamo affiliati. Formalmente sono entrato... ho preso, come ’ndranghetista, nel 1990, sono stato quasi tre anni di osservazione, e nel 1987 ho preso come “picciotto”. Nel 1997 ho preso lo “sgarro”».
Gallico “controllato” sotto il profilo criminale, ma da quale anima mafiosa reggina? Mario Chindemi, «intraneo ai clan» per il pool antimafia e confermato dalle sue dichiarazioni, conosce bene tutti i passaggi storici: «Il controllo ce l'avevano i Condello. Gli Araniti ce l'avevano su Sambatello. Siccome Pasquale, essendo mio fratello Pasquale Chindemi, con la cosca Araniti, tramite i Condello affiliati, gli diedero la libertina di poter comandare senza lui. Gallico era comandata dai Condello. Però, tramite... diciamo che venne divisa in due, nel senso che Gallico Superiore all'epoca, fino al 2010, alla morte di Domenico Chirico, era gestita... Gallico Superiore era comandata da Francesco, e invece Gallico Marina la comandava Domenico Chirico. Tutti e due sono cognati del collaboratore di giustizia Paolo Iannò, che prima di essere arrestato, comandava Paolo Iannò, sempre con l'affiliazione dei Condello».
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