Il gup di Reggio Calabria, Vincenzo Quaranta, in accoglimento della richiesta dell’avvocato Giuseppe Nardo, e con il parere contrario del pm distrettuale Walter Ignazitto, ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Doldo, 39 anni, ritenuto elemento di spicco della cosca aspromontana «Serraino». Doldo era stato arrestato nell’ottobre dello scorso anno, con l’accusa di appartenenza alla cosca «Serraino», nell’ambito dell’operazione "Pedigree" che aveva portato in carcere 18 persone, tra vecchie e nuove leve della «cosca della montagna», operante nei territori di Cardeto, Gambarie d’Aspromonte e San Sperato. L’ipotesi investigativa dell’operazione "Pedigree" era stata ricavata sulla base di numerose intercettazioni e sul contributo accusatorio iniziale dei collaboratori di giustizia Antonino, morto suicida, e Daniele Filocamo, dell’ex poliziotto Sebastiano Vecchio, ex assessore alla Pubblica istruzione al comune di Reggio Calabria, e dell’ex reggente della cosca Maurizio Cortese, passato anche lui, a seguito dell’arresto della moglie, tra le fila dei collaboratori di giustizia. Doldo, lo scorso novembre era stato già prosciolto dall’accusa di essere «intraneo» alla cosca «Serraino, rimediando però sei anni e otto mesi di reclusione per il solo reato di concorso esterno in associazione mafiosa. A seguito della riqualificazione del reato, la richiesta del difensore di Francesco Doldo ha trovato pieno accoglimento da parte del giudice. Nel pomeriggio di oggi, Francesco Doldo ha lasciato il carcere di Secondigliano per raggiungere la propria abitazione a Reggio Calabria