Anche omicidi eccellenti nella guerra per la scalata al comando della “locale” di ’ndrangheta di Gallico. La convinzione investigativa della Procura distrettuale antimafia di Reggio è stata rafforzata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Mario Chindemi. Lui, da «intraneo» delle cosche gallicesi perse, vittima di un agguato in pieno stile mafioso, il fratello Pasquale Chindemi, tra i pretendenti allo scettro del comando. La disamina del Pubblico ministero Walter Ignazito (come da verbale d'udienza del 21 ottobre) nel processo “Epicentro” spazia ad ampio raggio: «Quindi, Domenico Chirico viene assassinato; dopo Domenico Chirico, c'è quel vuoto di potere, di cui parlava. Poi, arriva il gruppo fatto da suo fratello e da Nunzio Callea; suo fratello viene pure assassinato. Dopodiché, Lei ha saputo, era già detenuto in quel periodo, però ha saputo che...». Chindemi: «Eh hanno ucciso... Catalano Francesco». Pm Ignazitto: «Che sarebbe il bombolaro, no? Ciccio ‘u bumbularu». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio