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San Ferdinando, la 30enne vessata dai familiari “salvata” dalle denunce di zio e vicini

Il sindaco Gaetano: «Non si getti fango sul paese, siamo una comunità di brave persone»

Emergono nuovi agghiaccianti particolari dalla tragica vicenda della giovane donna di San Ferdinando vittima di maltrattamenti e vessazioni consumate all’interno delle mura domestiche. «Schiaffi, pugni, costretta ogni mattina alle 5 ad alzarsi per fare pulizia in casa e poi recarsi al lavoro in altre famiglie, nonostante il deficit cognitivo»: sono solo alcune delle inaudite violenze che i presunti aguzzini, ovvero il padre e la madre, entrambi 57enni, e le due sorelle minori, di 27 e 20 anni, avrebbero perpetrato nei confronti della congiunta che ormai era diventata il capro espiatorio di quanto accadeva quotidianamente nell’alloggio popolare di contrada Creti, dove la famiglia risiedeva.
Efferatezze messe nero su bianco dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e riportate nella sua ordinanza dal gip del Tribunale di Palmi, Federica Giovinazzo, che non ha avuto dubbi sulla ricostruzione scrivendo la parola “fine” alle atrocità psicofisiche subite dalla giovane disabile. Sono stati uno zio paterno e i vicini di casa, allarmati dalle continue invocazioni di aiuto e dallo stato di prostrazione fisico in cui versava la donna, che recava spesso segni evidenti di tumefazioni al volto e agli occhi, ad avvertire i carabinieri di San Ferdinando della gravissima situazione. I militari, in varie occasioni, annotavano nelle loro relazioni di servizio, dopo reiterati interventi in casa della famiglia, le condizioni di estrema sofferenza della donna, costretta persino a consegnare l’intera somma di danaro che ogni giorno riceveva per i servizi resi ad altre famiglie, senza potere avere i soldi per comprarsi un panino.

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