Sono stati il suo sorriso e i suoi occhioni pieni di luce il regalo che, ieri mattina, la giovane di San Ferdinando vittima di maltrattamenti e vessazioni all’interno delle mura domestiche ha dispensato alla delegazione che è andata a trovarla a casa dello zio paterno al quale è stata affidata.
Dal palazzo comunale, verso mezzogiorno – così come annunciato nei giorni precedenti – sono infatti partiti alla volta del quartiere popolare dove risiede il sindaco Luca Gaetano, il suo vice e assessore alle Politiche sociali Ferdinando Scarfò e il comandante della stazione Carabinieri, maresciallo Francesco Vadalà, con un suo collaboratore, facendo strada al Garante regionale della Salute Anna Maria Stanganelli, accompagnata da Giusy Spata in rappresentanza dell’associazione “Progetto donna”, per capire quali siano le necessità della ragazza e come attivarsi affinché le possano essere assicurate condizioni di vita finalmente dignitose.
Seduta sul divano della sala da pranzo degli zii, la donna affetta da un lieve deficit cognitivo ha fatto capire di trovarsi bene, distribuendo abbracci ma facendo vedere anche le vistose cicatrici che le segnano il viso per le percosse subìte soprattutto dal padre, salvo poi sussurrare una frase che racchiude la proporzione del dramma: «Però è sempre mio padre».
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