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Reggio, sequestro ai Berna: "Era nu muccusu e lo abbiamo mandato a prendere appalti a Torino"

Nel mirino del Tribunale società e quote sociali (una in Florida), 337 fabbricati, 23 terreni: sotto processo in “Libro nero” ancora oggi sotto scorta per le denunce fatte agli estorsori

Leader nelle costruzioni in città, costruivano, ed anche con tecniche all'avanguardia e rifiniture di primissimo livello, nel cuore di Reggio e in ogni periferia, spendendo il nome della cosca Libri. Dal nulla hanno costruito un patrimonio da capogiro. L'impero dei fratelli Francesco e Demetrio Berna, 51 e 50 anni di età, tra i più noti costruttori di Reggio che hanno ricoperto anche cariche istituzionali importanti e che sborsavano anche tangenti, assumevano pure operai sponsorizzati dai clan, si rifornivano senza tentennamenti di materiali e affidavano subappalti a ditte riconducibili ai circuiti mafiosi, ma godevano di una corsia preferenziale. Quella dei capiclan.

Coinvolti, e colpiti da misura, nell'operazione “Libro nero” (2019), Francesco e Demetrio Berna ancora oggi a processo vivono da anni sotto scorta proprio per le denunce fatte a chi li sottoponeva ad estorsione.

Per Polizia di Stato e Dda erano “imprenditori di riferimento”. Gli stessi collaboratori di giustizia, 6 dichiarazioni parallele, li indicano come espressione della mafia reggina. Il pentito Entico De Rosa dirà così al pool antimafia: «Francesco Berna aveva avuto una bella spinta con degli appalti a Torino, diversi anni fa. dice lo abbiamo mandato che era "nu muccusu" (un ragazzino), a prendere appalti a Torino».

Chi ha indagato ha analizzato e ricostruito l'attività imprenditoriale lunga 30 anni dei fratelli Berna arrivando alle conclusioni attuali: sproporzione tra redditi dichiarati e disponibilità economiche e soprattutto un'escalation innaturale «con gli inizi caratterizzati da un quadro reddituale che non poteva soddisfare le primarie esigenze di vita» ed invece disponevano di un patrimonio immenso. Immobili e società immobiliari, ma anche ristorazione, assicurativo e dei giochi e delle scommesse, una piccola società editrice.
Tutto grazie «a un patto di protezione mafiosa».

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