Dieci anni. L’Azienda Sanitaria provinciale di Reggio Calabria dal febbraio del 2013 è senza bilancio. Il documento allora era stato deliberato ma non fu approvato dal collegio sindacale presieduto da tal Luciano Fedele. Fu proprio allora che doveva partire un’operazione di “pulizia” e ristrutturazione dell’Asp. Eppure dopo dieci anni nessuno riesce ancora a venire a capo di questa situazione lasciando l’ente nell’abisso. La causa della mancanza di carte certe che ne comprovassero le entrate e le uscite inerenti gli anni passati comportò un blocco sostanziale della programmazione ma col tempo vennero a galla una serie di cortocircuiti finanziari che hanno portato ai pagamenti doppi e soprattutto al dilapidamento di molte risorse pubbliche destinate all’assistenza sanitaria dei cittadini verso i creditori dell’Azienda. Al contempo chi aveva e ha un credito per prestazioni effettivamente rese ha dovuto e continua a sudare le classiche sette camicie per ottenere il dovuto. Ci hanno provato tutti, commissari con pugni di ferro, la commissione straordinaria che ha tentato di approvare un altro bilancio (anche questo bocciato), direttori generali; mentre gli ultimi commissari che si sono insediati nella direzione generale di via Diana non hanno neppure speso mai una parola sul documento contabile. Evidentemente troppo scottante la materia.
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