«La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità»: questo è il pensiero del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Da mesi Ernesto Fazzalari, detenuto al 41 bis presso il carcere di Parma ed ex numero due – dopo Matteo Messina Denaro – tra i ricercati più pericolosi d’Italia ed arrestato il 26 giugno 2016, è sottoposto a cicli di chemioterapia in quanto affetto da una forma di tumore al pancreas aggressiva e dalla prevedibile prognosi infausta. Il suo generale stato di salute appare già molto compromesso, rilevandosi dall’analisi della cartella clinica la vascolarizzazione della neoplasia unitamente alla presenza di metastasi linfonodali. Secondo i magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Fazzalari, fuori dal circuito carcerario, non potrebbe ricevere cure diverse o migliori di quelle praticate in regime detentivo attraverso il continuo monitoraggio effettuato dai sanitari e la ininterrotta vigilanza del personale di Polizia penitenziaria, in grado di allertare in qualunque momento l’ausilio medico occorrente. «Orbene – evidenzia il suo legale, l'avvocato Tonino Napoli del Foro di Palmi – è innegabile che il regime speciale al quale è sottoposto limiti in maniera significativa l’indispensabile sinergia che dovrebbe sussistere tra divisione intramuraria e strutture sanitarie esterne, così compromettendo la tempestività delle cure e l’efficacia di quegli interventi che, nel caso in esame, potrebbero rivelarsi perfino salva vita». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria