La necessità di colmare un “vulnus normativo” sul piano sportivo e di approfondire una tematica unica nel suo genere. Nel corso dell’assemblea di Lega andata in scena ieri, spazio anche alla (nota) situazione della Reggina che, in base all’accordo di ristrutturazione del debito in corso con il Tribunale di Reggio, non ha potuto ottemperare alle scadenze fiscali dello scorso 16 febbraio. La società amaranto, egregiamente rappresentata alla riunione di Milano dal “combattivo” presidente Marcello Cardona, ha esposto le proprie ragioni, presenziando fisicamente all’assemblea, mettendoci la faccia davanti ad una problematica che oggi riguarda il club amaranto ma domani potrebbe coinvolgere qualsiasi società professionistica italiana. Molti (club) fanno finta di non capirlo, accecati da visioni personalistiche poco lungimiranti. La situazione amaranto è inappuntabile dal punto di vista civilistico, con la società che usufruendo del “Salva Imprese” recentemente introdotto dallo Stato (per venire incontro alle aziende italiane colpite dalla crisi pandemica) ha chiesto la ristrutturazione del debito maturato nel corso delle precedenti gestioni societarie, con la nuova proprietà Saladini che si è fatta carico del debito pregresso. La questione dopo essere stata valutata dalla Commissione licenze nazionali è arrivata anche in assemblea, nel corso di una riunione che ha vissuto momenti di divergenza e scambio di opinioni (anche accese) e posizioni da parte dei club partecipanti nonché, la costituzione di un gruppo (con l’ausilio di esperti legali) per approfondire la situazione. Un’analisi che ha fatto emergere la legittimità dei procedimenti della società dello Stretto dal punto di vista civilistico ma anche la carenza di un intervento normativo da parte della Federazione a seguito dell’introduzione del Salva Imprese: ed è proprio su questo fronte che, necessariamente, bisognerà aspettare che si pronunci e si muova la Federazione, ormai obbligata ad emanare una normativa specifica che possa conciliarsi con gli strumenti statali. La Reggina aspetta fiduciosa conscia che dal punto di vista civilistico nulla è stato sbagliato e attendendo decisioni sul piano sportivo. Non è da escludere (anzi è probabile) che arrivi un deferimento, con la società amaranto che, a quel punto, dovrà far valere le proprie ragioni sperando in un accoglimento. Nessuno scenario è da scartare, nemmeno quello di un possibile patteggiamento come avvenuto qualche settimana fa con il Genoa, ma ogni discorso in tal senso appare prematuro. Resta da essere coscienti di quanto accaduto e dei fatti: una società che non ha problemi (attuali) economici e avrebbe voluto e potuto ottemperare (al netto delle falsità raccontate da altri club concorrenti e spaventati) alle scadenze sportive ma ha dovuto rispettare una regola dello Stato, in attesa dell’omologa del Tribunale. E questo è un segno di lealtà e osservanza della legge, oltre ogni ragionevole dubbio.
Il nodo
La Reggina non ha potuto ottemperare alle scadenze federali. Nessun problema economico della società ma solo il pieno rispetto del percorso avviato con il Tribunale di Reggio Calabria per il concordato. Non esiste, ed è opportuno ribadirlo, alcun tipo di incertezza finanziaria del club e ciò è testimoniato dalla velocità e regolarità con cui si è adempiuto, in questi mesi, al pagamento di tutti gli emolumenti e le rispettive scadenze, a volte anche in netto anticipo. La volontà della società era quella di rispettare anche la scadenza, tanto da aver chiesto l’avallo a procedere al Tribunale che però non ha concesso alcuna deroga. Come già avvenuto durante il mercato invernale, in questa fase la Reggina può occuparsi solo di pagamenti relativi alla “continuità aziendale” e tra queste non sono contemplate le tasse poiché lo Stato è da intendersi quale creditore inserito nella richiesta di rateizzazione avanzata dalla Reggina e che verrà sancita con la ratifica dell’accordo le tasse di ristrutturazione del debito ereditato dalla passata, nefasta, gestione. Da valutare adesso l’eventualità che la Covisoc, Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, possa segnalare il mancato rispetto delle scadenze alla Procura Federale, con l’Organo che a quel punto potrebbe far scattare l’eventuale deferimento (e successivamente scaturire anche una penalizzazione). Ma la Reggina potrà fare valere le proprie ragioni, senza timore: è molto difficile, infatti, che dinanzi ad una decisione della giustizia ordinaria quella sportiva possa prevalere, anche perché si andrebbe a creare un rischioso precedente a livello nazionale. Sanzionare la società amaranto che ha manifestato, nero su bianco, la volontà di procedere ai pagamenti, apparirebbe una decisione alquanto forte davanti ad una situazione così complessa e in pieno concordato.