L’ingegnere Gianni Scambia si è spento ieri all’età di 86 anni. Se n’è andato in modo gentile, così come ha vissuto. È stato uno dei più grandi imprenditori reggini e ha segnato la storia dello sport reggino guidando la Cestistica Piero Viola nell’Olimpo del basket italiano, dopo che il giudice Viola fu costretto a farsi da parte. Anzi per essere chiari: Viola e Scambia sono stati i due pilastri su cui è stato costruito il mito della Viola. Così lo ricorda coach Gaetano Gebbia, uno che ha conosciuto l’ingegnere davvero da vicino: «Ci davamo reciprocamente del lei. E se da parte mia era assolutamente normale, lo trovavo strano da parte sua; ma i galantuomini si riconoscono anche da queste piccole attenzioni e l’ing. Scambia era innanzitutto un vero galantuomo. Eppure la gentilezza non era il suo tratto caratteriale più caratterizzante e forse nemmeno la generosità d’animo che pure riusciva ad esprimere in ogni occasione. Quello che era veramente sorprendente in lui era piuttosto l’essere positivo sempre, anche nelle situazioni più difficili che ha dovuto affrontare e che l’hanno impegnato per troppi anni. Superfluo ricordare che a lui, insieme con il Giudice Viola, si deve la storia meravigliosa della Viola, la realizzazione del Botteghelle, del Palapentimele e di quel Centro Sportivo di Modena che rappresentava la dimostrazione più evidente di quanto avesse a cuore i giovani e la loro crescita.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria