"Gli innocenti non possono pagare colpe che non hanno. Non è con il loro inutile sacrificio che si rende onore alle vittime di un’azione vile e scellerata: tanto quelli morti innocenti, quanto Rocco Filippone che a 83 anni e in gravi condizioni di salute, non può morire in carcere con lo stigma dello stragista. Perché non lo è mai stato!". Ad affermarlo sono stati gli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Stajano, difensori di Rocco Santo Filippone, uno dei due imputati del processo Ndrangheta Stragista. I legali sono intervenuti oggi in Corte d'Assise d'appello a Reggio Calabria all'indomani delle richieste di condanna - ergastolo - della Procura generale. Le difese di Rocco Santo Filippone hanno inoltre evidenziato come "non abbia mai preso parte, né avallato accordi con Cosa nostra per adeguare la strategia stragista in Calabria". Contestata la ricostruzione accusatoria e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia: "Il processo si sorregge su tre fonti: Villani che dice di non sapere chi ha armato la sua mano; Logiudice che dice di avere certezze sul mandato di Rocco Filippone proprio per averle apprese da quell’incerto Villani e Calabrò che smentisce un coinvolgimento dello zio nei tragici fatti che lo hanno visto protagonista. Una prova malformata, gracile, imperfetta e discordante che solo con un audace sforzo di fantasia creativa è stata ritenuta unitaria dalla sentenza di primo grado".