Il boato delle bombe torna a squarciare il silenzio della notte nel capoluogo pianigiano, nuovamente soffocato nella sua principale vocazione, quella commerciale e produttiva, dall'ombra del racket. Anche stavolta, a distanza di qualche mese dai colpi di kalashnikov che crivellarono le vetrine di due attività commerciali del quartiere Marina, a finire nel mirino della criminalità è un giovane, M.B., che da qualche tempo, dopo essersi fatto le ossa lavorando dal papà elettrauto, aveva deciso di mettersi in proprio rilevando una nota e storica officina di via Nazionale 18 e trasformandola in una moderna attività di meccatronica per auto. Erano da poco trascorse le 4 del mattino quando gran parte della cittadinanza, quantomeno quella del centro e della periferia sud, è stata svegliata dal classico e tremendo fragore di una deflagrazione che ha immediatamente fatto intuire quanto era appena successo suscitando indignazione e sconforto. È stata come al solito la luce del giorno a restituire al titolare e ai residenti contorni e contezza del gravissimo atto intimidatorio. Per fortuna, l’ordigno esplosivo piazzato dai soliti ignoti dinamitardi, con l’aiuto delle tenebre, davanti la saracinesca principale dell'attività non ha provocato danni ingenti ai locali e, soprattutto, non ha generato ben più drammatiche conseguenze, visto che comunque la strada sulla quale affaccia, la SS18 per l'appunto, non solo è lambita da numerose abitazioni ma è anche continuamente attraversata, a qualsiasi ora del giorno e della notte, da centinaia di automobilisti.