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Reggio, «L’indagine sulle carceri nasce dal sospetto su agenti “infedeli”»

In Tribunale il controesame dell’investigatore della Penitenziaria, Gianni Chiapparella

Dalla ricostruzione dell'impianto accusatorio al controesame delle difese: Gianni Chiapparella - appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria impiegato presso il Nucleo investigativo centrale di Roma - è passato nuovamente sullo scranno dei testimoni nel processo all'ex direttrice Maria Carmela Longo, accusata di aver gestito per anni in maniera disinvolta le carceri di Reggio, la casa circondariale di “Panzera” di via San Pietro e l'istituto di Arghillà. Una prima udienza (ed altre due udienze già in calendario) in cui il teste ha risposto alle domande dell'avvocato Giacomo Iaria, legale di fiducia della dottoressa Longo.
Chiapparella ricorda al Tribunale il suo ruolo nelle indagini (come da verbale di udienza del 12 febbraio). Subito introdotto uno dei temi cruciali: l'iniziale pista investigativa. Avvocato Iaria: «In relazione all’inizio delle indagini, l'oggetto diciamo della pista investigativa iniziale, su cui si innesta l'attività di intercettazione?». Chiapparella: «La nota interlocutoria a cui si rivolge l'Avvocato è la prima nota che abbiamo fatto noi come articolazione investigativa, che riguardava soltanto in quel caso, una serie di acquisizioni documentali e accertamenti su alcuni soggetti». Iaria: «Parto subito ad arrivare al problema. Perché evidentemente nella iniziale pista investigativa, era stata adombrata l'ipotesi di una spaccatura fra agenti penitenziari, all'interno del carcere di San Pietro?»
Chiapparella: «Spaccatura?». Iaria: «Esatto. Spaccatura fra alcuni Ufficiali, che si comportavano in un certo modo, rispettando le regole, secondo l’impostazione investigativa; ed altri che invece non lo facevano. Questa ipotesi investigativa è a sua conoscenza, o sto dicendo qualcosa che non rientra nel suo materiale conoscitivo?». Chiapparella: «No, perché quelle erano relazioni di servizio riservate, fatte dall'Ufficiale di P.G., se non sbaglio, dal Commissario Sergio Aldo Floresta; che aveva inviato direttamente alla Procura Distrettuale Antimafia, in forma riservata. Quindi, che facevano parte del fascicolo del P.M.». Iaria: «Questo dato investigativo di partenza, della spaccatura fra agenti di Polizia Penitenziaria, era a sua conoscenza? È un dato di partenza delle indagini, per quello che è a sua conoscenza, o no?». Chiapparella: «Per mia conoscenza, c'era il fatto che una parte del personale, cosiddetto “infedele”, questo era».

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