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Reggio, la siccità non risparmia la diga del Menta

Preoccupante il livello dell’invaso e delle sorgenti

La vasta area della diga sul Menta

La siccità non risparmia il territorio. La Calabria terra storicamente ricca di sorgenti e falde alla vigilia dell’estate fa i conti con il cambiamento climatico. L’analisi di Cataldo Calabretta, amministratore unico della Sorical tracciano scenari poco incoraggianti per tutto il territorio regionale e la città dello Stretto non è certo esclusa. «L’autunno 2022 ha fatto registrare temperature sopra la media fino a novembre, solo negli ultimi due mesi si sono registrate precipitazioni, anche nevose di breve entità, che non hanno consentito la ricarica delle falde degli invasi silani, del versante jonico e dell’Aspromonte. Riguardo alle risorse idropotabili ci preoccupa soprattutto lo stato dell’invaso del Menta, che è lontano dalla completa capacità di accumulo. Quasi tutte le nostre sorgenti del versante jonico presentano da anni cali di produzione idropotabile».

Pare che rispetto allo scorso anno il livello di riempimento della diga del Menta sia al di sotto di circa dieci metri e che la condotta del Tuccio che solitamente approvvigiona l’area sud della città sia lontana dalla sua portata. Insomma si annuncia una stagione di sete e disagi. «È vero che la Calabria spreca molta della sua acqua potabile – sostiene Calabretta – e che la dispersione supera il 50% con punte di oltre il 60%, ma molta di questa acqua potabile viene utilizzata per innaffiare orti e giardini. Uno spreco che registriamo a partire da maggio e fino a settembre, in concomitanza con la stagione degli orti». E poi ci sono i pozzi che sono stati chiusi quando l’acqua dell’invaso dell’Aspromonte è arrivata nelle reti.

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