Tra le anime di ’ndrangheta di Reggio Sud, anche la cosca “Ficara Latella” è stata passata al setaccio nelle motivazioni del processo “Epicentro” partendo da due concetti evidenziati dalla Dda: «l'esistenza storica della cosca e la sua operatività nell'area reggina meridionale». Un profilo che gli inquirenti ricavano da numerose sentenze passate in giudicato: da “Valanidi”, “Olimpia” e “Barracuda”, a “Reale”, “Ponte”, “Reggio Sud” e “Crimine”. Processi e sentenze che per gli analisti dell'Antimafia costituiscono il filo conduttore del ruolo ricoperto dal cartello mafioso negli ultimi 25 anni: «La Corte di Cassazione ricostruiva il collage di sentenze pronunciate sul conto degli affiliati alla cosca Ficara Latella: “L'esistenza e la sua operatività nell'area reggina meridionale veniva desunta dai Giudici di merito da alcune sentenze irrevocabili e da elementi probatori provenienti dai procedimenti penali denominati "Reale" e "Crimine"». È “Valandi” il processo per eccellenza che ha acceso i riflettori sulle cosche di Reggio-sud: «Giugno 1998, nel procedimento penale denominato "Valanidi", che riguardava l'operatività della cosca Ficara-Latella, la cui zona di influenza veniva individuata in un vasto territorio, che si estendeva a sud di Reggio Calabria. Secondo i Giudici di merito la sentenza emessa era ritenuta di fondamentale importanza, atteso che consentiva di accertare che gli esponenti di tale consorteria 'ndranghetista avevano posto in essere condotte finalizzate ad acquisire e a mantenere, sull'area calabrese in esame, il controllo delle attività economiche, attraverso la forza di intimidazione promanante dal vincolo associativo della cosca Ficara-Latella. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio