Almeno una compagnia ha chiesto informazioni e chiarimenti sui bandi per i nuovi voli tra Reggio e Bologna, Torino e Venezia. C’è dunque almeno un interessato alla procedura bandita da Enac, che fissa a domani il termine per la presentazione delle eventuali offerte. I costi, come noto, saranno parzialmente coperti con gli oneri di servizio per la continuità territoriale grazie ai 13 milioni di euro messi appositamente sul piatto dalla Regione.
Che l’interessamento si concretizzi comunque in una proposta ufficiale è tutto da vedere: se ne saprà certamente di più nei prossimi giorni. Non resta, ormai, che attendere l’esito di un passaggio dal quale dipende l’operazione rilancio voluta dalla Regione per il “Tito Minniti”. La partenza dei voli - in caso si esito positivo - è prevista dal 27 maggio, con tariffe agevolate. L’allegato tecnico al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’imposizione degli oneri di servizio prevede infatti tariffe massime (al netto di Iva e di tasse ed oneri portuali) di 50,12 euro per i residenti calabresi e di 40,12 per quelli siciliani residenti nel Comune di Messina. Secondo le indicazioni del bando, le rotte Reggio-Torino, Reggio-Bologna e Reggio-Venezia dovranno prevedere almeno tre voli settimanali di andata e ritorno in giornate differenti per un numero minimo giornalieri di 133 posti. Alitalia, Blue Panorama e Blue Air sono stati gli ultimi a cimentati su alcune delle rotte in affidamento. L’assegnazione sarà valida per due anni, rinnovabili per altri altri due. Enac selezionerà l’offerta economicamente più vantaggiosa, «tenendo conto della qualità del servizio offerto, delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti, dell’importo massimo richiesto a titolo di compensazione per l’espletamento del servizio».
A fronte dello stanziamento di 13 milioni di euro per la copertura dei conti, la Regione punta a «soddisfare al meglio le esigenze di mobilità dei cittadini reggini e messinesi con il resto d’Italia». Se sembra scontato ad altre latitudini, qui fino ad oggi è risultata una mission impossible. Anche perché – malgrado ci si lavori da tempo – sul “Minniti” continuano a pesare le limitazioni operative che impongono un addestramento particolare per i piloti.
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