Sono 39 gli indagati dell'operazione “Nuova linea”, l'inchiesta della Procura antimafia di Reggio Calabria e dei carabinieri contro le nuove generazioni della cosca Nasone-Gaietti di Scilla.
I Pubblici ministeri Walter Ignazitto, Diego Capece Minutolo e Nicola De Caria hanno inviato l'avviso conclusioni indagini preliminare agli indagati, che dalla data di ricevimento del provvedimento hanno 30 giorni di tempo per controbattere alle contestazioni degli inquirenti: anche chiedere di farsi interrogare. Tra le contestazioni dell'indagine “Nuova linea” il modus operandi delle 'ndrine che avevano di fatto messo le mani sugli appalti pubblici e privati nella cittadina della costa Viola; ed ancora: stabilimenti balneari da monopolizzare e ristoratori da vessare per l’acquisto del pregiato pesce spada. Secondo gli inquirenti la mafia scillese si era infiltrata nel Municipio. Tra gli indagati anche Pasquale Ciccone che si era dimesso, con i consiglieri della maggioranza che lo sosteneva, perché coinvolto nell’inchiesta e indagato per voto di scambio politico-mafioso.
L'indagine ha fatto luce su una vasta rete di estorsioni che sarebbe stata messa in atto dalla cosca Nasone-Gaietti. Il gruppo criminale imponeva il pizzo agli imprenditori impegnati in lavori pubblici, mentre ai ristoratori della zona veniva imposto di acquistare il pesce solo dalla pescheria gestita da uno degli principali indagati. In conseguenza dell'operazione e degli arresti lo scorso 6 aprile il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, "in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata", ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scilla e l’affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria, per un periodo di diciotto mesi.
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