Interi quartieri della città capoluogo, ma soprattutto i centri più piccoli dell’area metropolitana, sono alle prese con la carenza di medici di famiglia. Pensionamenti e posizione che non attira più come una volta: ecco che quella figura che nel passato neanche tanto lontano era un vero e proprio un punto di riferimento delle famiglie e di intere comunità adesso deve essere rilanciata. Ma mancano i professionisti e quelli che continuano a operare sono in avanti con l’età ed ormai prossimi alla pensione.
Il risultato è che una vasta fetta di popolazione si trova scoperta dell’assistenza primaria. E alla luce di ciò l’Azienda sanitaria provinciale ha redatto un quadro delle necessità, che di fatto si tramuta in un obbligo.
In un territorio caratterizzato dalla carenza di presidi sanitari di riferimento, la perdita anche dell’assistenza primaria – che è un punto di prossimità – penalizza molti residenti. Inoltre nelle zone a forte indice di spopolamento la perdita del medico rappresenta un ulteriore grave vulnus. Peraltro, alla carenza di medici per l’assistenza primaria garantita dal medico di famiglia si aggiunge anche la difficoltà di trovare professionisti per la continuità assistenziale.
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