Il decreto ancora non c’è. E questo ha allarmato gli operatori delle cooperative che hanno scelto di promuovere un sit-in per tenere accesi i riflettori. La vertenza della psichiatria si è di nuovo arenata? Chiedono rassicurazioni questi lavoratori che da trent’anni vivono nella precarietà. Hanno vissuto un susseguirsi di eventi che hanno portato al blocco dei ricoveri. Una situazione che genera disagio ai pazienti, che come pacchi vengono dirottati nelle strutture dei territori del catanzarese, del vibonese quando va bene; alle loro famiglie, alla cooperative che si occupano della residenzialità psichiatrica per conto dell’Asp e quindi della Regione. Il motivo? Il sistema misto pubblico -privato che è stato creato nel territorio reggino all’indomani dell’abrogazione della legge Basaglia che ha portato alla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Modena.
Una soluzione che se in questi decenni ha consentito di formare professionalità ed esperienze di eccellenza, dall’altro non si è mai tradotto in un accreditamento al sistema sanitario regionale. Più volte in questi anni si è tentato il percorso dell’accreditamento ma tutti i tentativi si sono arenati, nella paludi della burocrazia regionale. Grovigli che il commissario che guida l’Azienda sanitaria provinciale, Lucia Di Furia sta tentando di dipanare. Anche ieri la manager non si è sottratta al confronto con gli operatori uniti sotto le bandiere del Coolap e dell’Usb. Era stato calendarizzato un incontro per fare il punto della situazione rispetto al decreto con cui la Regione avrebbe dovuto formalizzare l’aumento dei posti letto per coprire per intero il fabbisogno.
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