«“Allora mettiamo disturbo d’ansia… a te cosa ti serve che non mi ricordo? ...”; “…Mi serve se c’è qualcosa di pensione dottore…”; “…Ah e allora dobbiamo mettere pure che c’è uno stato depressivo…”; “… basta che non perdo la patente…”; il dottore lo tranquillizza e aggiunge: “… depressivo ricorrente e soggetto con frequenti attacchi di panico…”».
È uno delle centinaia di dialoghi intercettati dagli investigatori della Guardia di Finanza che ha eseguito l’indagine che ha portato all’esecuzione dell’ordinanza del Gip di Locri denominata “Sua Sanità”, che ha coinvolto 90 persone. A parlare, secondo quando emerge dall’ordinanza è il dottore Filippo Lascala, l’interlocutore è un soggetto – tale “Pe’” – che era da poco uscito dal carcere, e all’epoca dei fatti si trovava all’obbligo di dimora. Costui si sarebbe rivolto al medico psichiatra per conseguire una certificazione da impiegare ai fini di una pensione d’invalidità. «Salvo poi ricevere dallo stesso psichiatra – rileva il gip – il consiglio di svolgere altre visite all’interno dell’ospedale perché con il solo certificato psichiatrico non gli sarebbe stata riconosciuta alcuna invalidità». Il medico, quindi, contattava immediatamente un suo collega «e poi suggeriva di “trovare patologie”, ad esempio, in ambito respiratorio».
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