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Reggio Calabria, interdittive antimafia. Il Tar “boccia” la Prefettura

Doppia bocciatura per la Prefettura in tema di interdittive antimafia. E questa volta i provvedimenti di sospensione decisi dal Tribunale amministrativo regionale cittadino arrivano relativamente ad attività del tessuto economico medio piccolo che erano state colpite dall’informativa negativa e dalla conseguente revoca delle autorizzazioni da parte del Comune. Si tratta di un’attività di noleggio macchine senza conducente e di un centro estetico.
Nel primo caso è stata sospesa l’interdittiva per molteplici motivi tra i quali si segnala la circostanza che l’attività imprenditoriale è l’unica fonte di reddito del ricorrente. Stessa sorte per un piccolo centro estetico già oggetto di interdittiva annullata con una precedente sentenza sempre adottata dal Tar e non appellata nei confronti del quale è stata riemessa con contestuale revoca delle autorizzazioni comunali. Anche in questo caso il nuovo ricorso cautelare è stato accolto: «L’annullamento disposto non legittima la riedizione del potere da parte della Prefettura sulla base dell'istanza originaria formulata dal Comune di Reggio Calabria nel quinquennio dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata, ai sensi dell’art. 100 del d.lgs. 159/2011. Inoltre l’esecuzione del provvedimento impugnato determina un pregiudizio grave ed irreparabile per la ditta ricorrente (a carico della quale il Comune ha già disposto il divieto di prosecuzione dell’attività artigianale di estetista e la revoca delle relative autorizzazioni) e che, pertanto, ricorrono i presupposti per la concessione dell’invocata misura di sospensione».

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