È calato di nuovo il silenzio sull’aeroporto dello Stretto: dall’ottimismo delle scorse settimane all’incertezza dell’ennesima fase interlocutoria il passo è stato brevissimo, giusto il tempo di prendere atto che nessuno ha presentato offerte per l’attivazione dei nuovi voli, coperti da oneri di servizio per la continuità territoriale, per Bologna Venezia e Torino. Andate deserte le tre gare bandite da Enac, non si è saputo più nulla. Era il 24 aprile scorso quando s’è conclusa infruttuosamente la procedura innescata dall’esito positivo della conferenza dei servizi del 10 ottobre 2022 alla Regione, che da parte sua ha messo su piatto 13 milioni di euro, ai quali se aggiungono circa 3 di fondi statali. L’intenzione era riconvocare al più presto una nuova conferenza dei servizi per ribandire le tre gare probabilmente con qualche legittimo “aggiustamento” che possa contribuire ad aumentarne l’appetibilità da parte delle compagnie aree. Non se n’è saputo, tuttavia, più niente. E il tempo passa, mentre la data de 27 maggio – ipotizzata inizialmente per l’avvio delle nuove rotte – sarà inesorabilmente superata. Se ne parlerà, nella migliore delle ipotesi, dopo l’ennesima stagione estiva che per il “Tito Minniti” trascorrerà vivacchiando con le sole (e insufficienti) rotte per Milano e Roma. Tutto tace, almeno apparentemente, anche sul fronte delle limitazioni operative dell’aeroporto dopo l’annuncio di Enac che nei mesi scorsi avrebbe avvito la valutazione del progetto di «una nuova procedura di volo sperimentale commissionata dalla società di gestione Sacal a Enav, la società che gestisce i servizi per la navigazione aerea, in base alla quale, sfruttando sia le informazioni satellitari, sia le nuove strumentazioni a bordo dei velivoli, si potranno marginalizzare alcune delle limitazioni che caratterizzano l’attuale avvicinamento curvilineo per la pista 33». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio